Google Phone e Windows mobile 7 per combattere il nuovo iPhone 4G

By in Device, hardware, Software on Dicembre 14, 2009
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QUANTO ASSOMIGLIERA' A QUESTO IL GOOGLE PHONE?

E’ già stato confermato dalla stessa società del motore di ricerca che il Google Phone è quasi pronto per il lancio e che i dipendenti stanno ultimandone i test. Al device che potrebbe contrastare il nuovo iPhone 4G, inoltre, si aggiunge la novità che Microsoft sta sfornando per tutti i produttori di smartphone che vorranno utilizzarlo: Windows mobile 7. Ancora prima della sua uscita, iPhone 4G sta già smuovendo le acque dei concorrenti.

I vertici Google hanno affermato che il loro smartphone è ancora un laboratorio mobile in fase di affinamento, capace di combinare hardware innovativo e software basato su sistema operativo Android. Alcuni dipendenti lo stanno testando per le ultime settimane, prima del lancio previsto nel primo trimestre 2010. Si è parlato anche di gennaio per il suo arrivo sul mercato. Ieri vi abbiamo descritto alcune caratteristiche tecniche, che potete ritrovare in questa pagina. Il Google Phone sarà assemblato materialmente da Htc, con ogni probabilità, ma marchiato esclusivamente con il brand Google.

Ed ecco arrivare una contromossa da Windows, il nuovo sistema operativo per i device mobili. La versione di Mobile 7 sarebbe già quasi pronta, con uscita prevista nei primi mesi del prossimo anno, forse a febbraio. Il nuovo sistema operativo deve entrare in gioco alla svelta anche per un altro motivo: recentemente, Microsoft ha rilasciato il software 6.5, duramente stroncato dalla critica e dagli analisti. Pareri confermati da un mercato che sembra non decollare. Serve, quindi, un sistema operativo mobile nuovo di zecca. Tuttavia, il Chief Executive di Microsoft, Steve Ballmer, ha detto che l’azienda non ha intenzione di fare proprio telefono cellulare basato sul suo software, come ha fatto Apple con iPhone e come sta facendo Google. In pratica, il software continuerà ad equipaggiare gli smartphone dei prodottori che vorranno servirsene.

Link: seattletimes