Jobs racconta a Forbes il trapianto di fegato

By in news on Aprile 27, 2010

Per la prima volta, Jobs si lascia andare e racconta ai giornalisti di Forbes la sua vicenda personale legata al trapianto di fegato. Parla di un continuo calvario tra un ospedale e l’altro, a bordo del suo jet privato, in cerca di un fegato che gli desse la possibilità di continuare a vivere. Senza il trapianto, infatti, non ce l’avrebbe fatta.

Scoperta la grave malattia, con la necessità di trapianto, il vertice di Apple parte alla disperata ricerca di un nuovo fegato. Gira gli ospedali di buona parte degli Stati Uniti, sborsando cifre alte e ripetendo esami e check-up clinici di volta in volta. Può permetterselo, visto che è tra gli uomini più ricchi al mondo. Un americano qualunque, però, avrebbe potuto sottoporsi agli esami una sola volta, visto che l’assicurazione medica copre una sola refertazione ospedaliera.

Nella frenetica corsa per gli Stati Uniti, Jobs si iscrive a quante più liste per trapianti di fegato possibile. Ovviamente, dietro il pagamento di cifre decisamente alte. Questa procedure si chiama multiple-listing e permette, a chi ne ha le possibilità economiche, di iscriversi in più liste d’attesa per organi e trapianti, contemporaneamente.

Siamo nel 2009, con Jobs che è già iscritto in diverse liste multiple ed è in attesa della chiamata che può salvargli la vita. Dopo aver combattuto con un tumore maligno al pancreas, la malattia la fegato lo sta uccidendo giorno dopo giorno. Ma all’inizio di marzo, arriva la sperata telefonata: nel Methodist University Hospital di Memphis, in Tennessee, c’è un fegato che lo attende. Un ragazzo di vent’anni era morto poco prima in un incidente stradale.

Jobs riparte con il suo aereo alla volta di Memphis. Nel giro di 24 ore fa comprare dai suoi avvocati un appartamento da 1 milione e mezzo di dollari, in una delle zone più esclusive della città, non distante dall’ospedale dove verrà operato.

Le prime avvisaglie pubbliche della malattia erano arrivate nel 2008, in estate. Durante la conferenza Apple a San Francisco, il ceo di Apple è salito sul palco in condizioni di salute definibili tragiche. La giustificazione delle pubbliche relazioni di Cupertino giustificarono l’accaduto prima attribuendo la colpa ad un” virus”, poi parlando di “squilibrio ormonale”. Solo qualche mese dopo si sarebbe saputa la verità. Lo sconcerto per le condizioni di salute di Jobs fu così elevato, dopo la sua comparsata a San Francisco, da spingere Dan Lyons ad interrompere il suo blog satirico anti-Jobs. Disse che non voleva prendere in giro un moribondo.

Ora, Jobs sembra stare decisamente bene. Nei mesi successivi alla sua vicenda, Jobs ha iniziato una campagna per migliorare le legislazioni sulle donazioni. Dopo svariate pressioni sul governatore della California, Arnold Schwarzenegger e la moglie Maria Shiver, verrà creato un registro di donatori viventi, grazie all’obbligo – nel momento di rinnovare la patente -di dichiarare le proprio volontà in materia. La California sarà il primo stato americano ad avere un registro simile.

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