Un nuovo e pericoloso virus rende iPhone parte di una botnet, ecco come riconoscerlo

By in Device, Software on Novembre 23, 2009
iphone-virusUn provider olandese di servizi Internet ha identificato un worm che installa una backdoor su iPhone jailbrekkato e lo rende parte di una botnet, una rete di computer collegati ad internet controllati da un’unica fonte, il bootmaster. Questa nuova minaccia per iPhone ha una pericolosità più alta rispetto al virus ikee, il primo creato per iPhone qualche giorno fa.
Il worm, secondo gli sviluppatori della società olandese di sicurezza internet XS4ALL, va a toccare solo gli iPhone jailbrekkati in cui non è stata cambiata la password di default. Una volta entrato in azione, il worm collega il proprio iPhone ad un bootmaster lituano, che lo può comandare. Inoltre, il virus cambia anche la password di root del device Apple, rendendo più difficile la missione dei proprietari che cercano di riprendere il controllo del proprio iPhone.

Secondo quanto dichiarato da XS4ALL, un certo numero di clienti con i telefoni jailbroken si sono ritrovati in esecuzione sul loro iPhone software sconosciuti che hanno compromesso tutte le funzionalità del device. La società ha quindi messo in guardia tutti gli utenti con iPhone jailbreak, consigliando di non sbloccare il proprio device a chi vorrebbe farlo.  I rischi sono seri, oltre che per l’uso compromesso, anche per privacy e sicurezza. Il worm ha la capacità di saccheggiare il database degli SMS e riesce a cercare i numeri di autenticazione della transazioni mobili della propria carta di credito. Da una prima analisi, sembra che il virus riesca a propagarsi attraverso la scansione una serie di intervalli di indirizzi IP. Diventa, poi, particolarmente attivo quando si usano reti Wi-Fi. Una soffiata che può indicare prematuramente che il vostro dispositivo è infetto è la vita della batteria, estremamente breve quando si è connessi a reti 802.11.

Una volta contratto il virus, però, la situazione è ancora rimediabile ripristinando il firmware originale di iPhone. (Riccardo Delfanti)